Orlandino (Aretino)/Nota

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Giammaria Mazzuchelli

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Avvertenza Canto primo
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NOTA DI GIAMMARIA MAZZUCHELLI


tratta dalla vita


DI PIETRO ARETINO.



In questi due Canti mostra l’autore di voler mettere in ridicolo i Paladini, e la Corte di Carlo Magno, come pure tutti i poeti che ne han cantate maraviglie ne’ loro Poemi, come il Pulci, il Bojardo, e l’Ariosto, e vi mette anche sè stesso, ma non senza lode, per la sua Marfisa. Invoca per suo Apollo un certo Vincentio Gambarino, di cui l’onestà non vuole che si dica di vantaggio. Vi nomina la Zaffetta famosa del [p. 8 modifica]dato benemerito trent’uno. Del secondo Canto non terminato non se ne hanno se non sei Stanze; la dove il primo ne contiene XLVI. Egli è scritto in stile Comico, e burlesco, e che nulla ha dell’eroico, e del grande. Lo chiama Orlandino non già nel senso con cui tal lo disse Limerno Pitocco, o sia Teofilo Folengo, che nel suo Orlandino cantò le imprese di Orlando ancora fanciullo, soggetto altresì di un poema del Dolce, ma solo perchè in esso fa parere Orlando un vile, e picciolo Orlando, mettendolo in beffa con Rinaldo Astolfo, e cogli altri Paladini, rappresentati da lui per una truppa di gaglioffi, e poltroni1.

Note

  1. Della notizia del suddetto poemetto ci confessiamo unicamente debitori al gentilissimo Signor Apostolo Zeno, che di esso, non meno che di alcune altre impressioni, ci ha data contezza.