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nennt: „Cumque ipse ductores et principes Conradini exercitus oneratos inspiceret de rebus et spoliis Gallicorum, suadente Johanne Ballari, rex Karolus percussit in hostes“. Nach diesen beiden zeitlich den erzählten Ereignissen nicht allzufern stehenden Sicilianern bestünde das Verdienst Erard’s de Valery darin, dass er den rechten Augenblick bezeichnet habe für den entscheidenden Angriff des Königs.

Die ausführlichsten Nachrichten über Erard de Valery und seine Thätigkeit in der Schlacht bei Alba gibt uns Giovanni Villani. Es heisst bei ihm Lib. VII Cap. 26:

Lo re Carlo avea di sua gente tra Franceschi e Provenzali e Italiani meno di tremila, e veggendo che Curradino avea troppa più gente di lui, per lo consiglio del buono messer Alardo di Valleri cavaliere Francesco di grande senno e prodezza, il quale di quegli tempi era arrivato in Puglia, tornando d’oltremare dalla terra santa, si disse al re Carlo, se volesse essere vincitore, gli convenia usare maestria di guerra più chez forza; il re Carlo confidandosi molto nel senno del detto messer Alardo, al tutto gli commise il reggimento del oste e della battaglia, il quale ordinò della gente del re tre schiere, e dell’ una fece capitano messer Arrigo di Cosance, grande di persona e buono cavaliere d’arme: questi fu armato colle sopransegne reali in luogo della persona del re, e guidava Provenzali e Toscani e Lombardi e Campagnini. L’altra schiera furono de’ Franceschi, onde furono capitani messer Gianni di Crari e messer Guglielmo lo Stendardo, e mise i Provenzali alia guardia del ponte dello fiume, acciocchè l’oste di Curradino non potesse passare sanza disavantaggio della battaglia. Il re Carlo col fiore della sua cavalleria e baronia di quantità di ottocento cavalieri fece riporre un aguato dopo un colletto in una valea, e col re Carlo rimase il detto messere Alardo di Valleri – – – Cap. 27: I Tedeschi si credettono avere vinto, che non sapeano dell’ aguato del re Carlo, si cominciarono a spandere per lo campo, e intendere alla preda e alle spoglie. Lo re Carlo era in sul colletto di sopra alla valle dove era la sua schiera con messer Alardo di Valleri e col conte Guido di Monforte per riguardare la battaglia, e veggendo la sua gente così barattare, prima l’una schiera e poi l’altra, e venire in fuga, moria a dolore e volea pure fare muovere la sua schiera per andare a soccorrere i suoi: messer Alardo maestro del oste e savio di guerra con grande temperanza e con savie parole ritenne assai lo re, dicendo, che per Dio si sofferisse alquanto, se volesse l’onore della vittoria, perocchè conoscea la cupidigia de’ Tedeschi e come sono vaghi delle prede, per lasciargli

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Verschiedene: Deutsche Zeitschrift für Geschichtswissenschaft. Freiburg i. Br.: Akademische Verlagsbuchhandlung von J. C. B. Mohr, 1890, Seite 314. Digitale Volltext-Ausgabe bei Wikisource, URL: https://de.wikisource.org/w/index.php?title=Seite:De_DZfG_1890_04_314.jpg&oldid=- (Version vom 12.10.2022)