Seite:Die Werke italienischer Meister (Morelli).pdf/329

aus Wikisource, der freien Quellensammlung
Fertig. Dieser Text wurde zweimal anhand der Quelle korrekturgelesen. Die Schreibweise folgt dem Originaltext.

die sich der Kunstforschung widmen, will ich ihnen hier in aller Kürze den Hergang erzählen, wie diesen Federzeichnungen in der venezianischen Akademie die hohe Ehre zu Theil ward, als Werke aus der Frühzeit Raffael’s die Bewunderung der civilisirten Welt zu gewinnen.

Der vor etwa einem halben Jahrhundert verstorbene geistreiche Maler Giuseppe Bossi, Professor an der Breraakademie von Mailand, schrieb eines Tages in sein Notizbuch folgendes Erlebniß: „Gestern darf ich wohl sagen, einen Gruß von der Glücksgöttin erhalten zu haben[1].


  1. Jeri posso dire d’avere avuto un saluto della Fortuna. Da tanto tempo io aveva impegnato Giocondo Albertolli a farmi noti certi disegni posseduti da . . . . . parmigiana. Ma questa era malata, o egli era impedito . . . . . Finalmente jeri sono avvisato, che, se mi fossi recato dall’ Albertolli, avrei visto i disegni tanto desiderati. Ci vado e trovo il pittore Mazzola con lui, incaricati entrambi di conchiudere meco la vendita di questi disegni, che mi mostrano un piccolo fascio di 53 carte, alte circa un palmo e larghe meno. Jo li conosco, ma li scorro impazientemente ecc. ecc., e fù mandato ad offrirne alla proprietaria cento scudi di Milano, ed essa ne fù contentissima. Sono tornato a casa col mio tesoretto, e scorrendo attentamente queste carte, non solo mi confermo nella opinione che alcune di esse erano disegnate dalla divina mano di Raffaelo, ma le riconosco tutte di una egualissima misura, come quelle che facevano insieme un libro, e tutte di mano sua, eccetto tre o quattro sporcate da mano posteriore – – – – – – – – – – – –– – – – – – – – – – – –
    Questo libretto logorato per essere stato portato lungamente alla cintola o nelle tasche, contiene un pò di tutto e giunge, a mio parere, fino al 1505, cioè un’ anno dopo l’opera di Città di Castello, che è ora nella Galleria Reale di Brera. Deve essere stato cominciato molto prima, ed è bello l’osservarvi degli studi sopra opere del Perugino, del Pollajuolo, di Leonardo, e d’altri. Vi sono poi donne e putti mirabili, figure panneggiate, teste di vecchi, accademie ecc., – cose tutte che spirano quel garbo, quell’amore, quel non so che che penetra nell’animo, che appartiene quasi esclusivamente a quest’ angelo della pittura, che non ci dà peso alcuno al pensiero ed alla mente, e che solo vi fa cemente godere ecc. – – – – – – – – – – – –– – – – – – – – – – – –
    Ho scorso nuovamente il mirabile libretto di Raffaello, e scorrendolo parmi sequir l’autore ne suoi studj. Vi sono molte figure infine che gli hauno servito pei cartoni che fece pel Pinturicchio in Siena.
    Vi si vede uno studio delle Grazie di marmo antiche che fino da quel tempo furono poste in quella famosa sagrestia. Vi sono studj di teste pel quadro dello Sposalizio– – – – – – – – – – – –– – – – – – – – – – – –
    (Siehe Memorie inedite di Giuseppe Bossi, pubblicate nell’ Archivio storico Lombardo, Anno V, fascicolo II, 30 Giugno, 1878).
Empfohlene Zitierweise:
Giovanni Morelli (Pseudonym Ivan Lermolieff): Die Werke italienischer Meister in den Galerien von München, Dresden und Berlin. Verlag von E. A. Seemann, Leipzig 1880, Seite 310. Digitale Volltext-Ausgabe bei Wikisource, URL: https://de.wikisource.org/w/index.php?title=Seite:Die_Werke_italienischer_Meister_(Morelli).pdf/329&oldid=- (Version vom 31.7.2018)